EffettoNido | Imprese e le scelte green

Imprese e le scelte green. Per gli italiani non basta

LA SITUAZIONE. Secondo la ricerca Ipsos i consumatori chiedono una maggior concretezza
Non basta più uno «story telling» emozionale ma l’esigenza di azioni reali con risultati verificabili

 

L’Italia delle imprese si scopre sempre più sostenibile.
È quanto emerge dalla nuova ricerca Ipsos «Rilanciare la responsabilità d’impresa attraverso la concretezza», presentata durante il Salone della CSR e dell’Innovazione sociale all’università Bocconi di Milano.

Il dato più significativo fotografa un cambiamento strutturale: una impresa su due ha già intrapreso un percorso di sostenibilità ambientale. Il 15% delle aziende italiane rientra nella categoria “green core”, con investimenti consistenti e certificazioni ambientali, mentre un ulteriore 35% è classificato come “green non core”, ovvero realtà che hanno già realizzato interventi per ridurre l’impatto ambientale ma intendono fare di più.

Nel complesso, queste imprese rappresentano il cuore virtuoso del sistema produttivo italiano, e sono oggi il motore di una transizione che non riguarda più solo la comunicazione o la reputazione, ma l’essenza stessa del modello di business.

Il consumatore consapevole

La ricerca Ipsos fotografa un cambiamento anche sul fronte dei consumatori. L’era del consumatore inconsapevole, osserva il report, può considerarsi superata: gli italiani chiedono alle imprese maggiore trasparenza, coerenza e impegno sui temi ambientali e sociali. Il 64% degli intervistati ritiene giusto che le aziende prendano posizione su questioni sociali; il 52% afferma di non voler acquistare da imprese che assumono posizioni non condivise e il 47% ha già smesso di comprare da marchi ritenuti incoerenti sul piano valoriale o comportamentale.

Questa evoluzione si accompagna a una crescente aspettativa: il 77% degli italiani ritiene che le imprese non facciano ancora abbastanza per l’ambiente, a fronte di un 72% di cittadini che affermano di fare personalmente già tutto il possibile per ridurre il proprio impatto.

«Dobbiamo chiederci come possiamo essere più concreti, come dimostrare che l’impegno profuso ha davvero impatto, come impostare una narrazione non più basata solo su uno “story telling” emozionale, ma unire l’emozione di pensare ad un mondo migliore con la serietà di un impegno preso, rispetto al quale ci impegniamo davvero a cambiare il nostro modo di consumare, produrre, essere», afferma Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos. L’appello è chiaro: occorre unire emozione e responsabilità, visione e azione, per costruire un modello di sviluppo che integri la sostenibilità nella quotidianità delle scelte produttive e di consumo.

Un Paese polarizzato

L’indagine Ipsos ha individuato quattro profili di cittadini-consumatori, che delineano la complessità del rapporto tra società e sostenibilità: i Sostenitori convinti (26%), che comprendono la sfida ambientale e adottano comportamenti coerenti; gli Aperti ma incerti (41%), che riconoscono l’importanza del tema ma faticano a tradurlo in azioni concrete; gli Scettici (18%), che dubitano della sincerità delle iniziative aziendali; gli Indifferenti (15%), che non si sentono coinvolti né responsabili.

Rispetto al 2024, emerge un fenomeno interessante: crescono i sostenitori convinti, ma diminuisce la quota di “aperti ma incerti” (dal 44% al 41%). È il segno di un progressivo consolidamento della consapevolezza, che accompagna però da una crescente esigenza di concretezza e risultati verificabili.

Articolo tratto dal quotidiano L’Arena del 31 ottobre 2025