Come previsto già da qualche settimana, la Commissione Industria, Ricerca ed Energia della UE ha approvato la bozza di revisione della Energy Performance of Buildings Directive (EPBD), la cd. “Direttiva Green” che contiene, tra le altre, importanti indicazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici. La proposta di revisione ha ottenuto 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni. Il disegno di legge sarà sottoposto a votazione dall’Assemblea plenaria durante la sessione plenaria del 13-16 marzo.
I contenuti:
Obiettivi principali sono ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell’UE entro il 2030, e renderlo climaticamente neutro entro il 2050. Inoltre la Direttiva mirare ad aumentare il tasso di ristrutturazione di edifici inefficienti dal punto di vista energetico e migliorare le informazioni su prestazione energetica.
In particolare, la EPBD prevede:
- la costruzione di edifici a zero emissioni dal 2028, dal 2026 nel caso di edifici pubblici;
- dotazione di tecnologie solari per tutti i nuovi edifici entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno tempo fino al 2032 per conformarsi;
- raggiungimento almeno della classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 per gli edifici residenziali;
- stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030 (la Commissione ha proposto F ed E) per edifici non residenziali e pubblici.
Ogni Stato recepirà a suo modo.
Tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi verranno stabilite da ciascuno Stato membro nei piani nazionali di ristrutturazione. Tenendo conto della diversità dei patrimoni edilizi dei paesi dell’UE, la lettera G dovrebbe corrispondere al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco nazionale.
Rimarranno esclusi i monumenti, così come i singoli Stati potranno escludere anche gli edifici di particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri potranno anche esentare gli alloggi popolari laddove i lavori di ristrutturazione porterebbero ad aumenti degli affitti che non possono essere compensati risparmiando sulle bollette energetiche.
Infine con la Direttiva si intende consentire agli Stati membri di adeguare gli obiettivi a una quota limitata di edifici, sulla base della fattibilità economica e tecnica dei lavori di ristrutturazione e della disponibilità di manodopera qualificata.
Uno dei passaggi più importanti della Direttiva è quello in cui si specifica che i piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno con obiettivi realistici e misure per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero.
In particolare, bisognerebbe premiare le ristrutturazioni profonde, soprattutto quelle degli edifici con le prestazioni peggiori, mettendo a disposizione sovvenzioni e sussidi mirati a disposizione delle famiglie vulnerabili. In sostanza, quello che in Italia nell’arco di quasi tre anni, è stato fatto con il Superbonus e altri bonus edilizi.
La direttiva Ue prevede un tempo di due anni dall’approvazione perché i Paesi membri la recepiscano, dunque se l’approvazione avvenisse già questa estate, il recepimento potrebbe scattare dall’estate del 2025, momento in cui sarà fatto divieto di installare le caldaie a combustibili fossili nei nuovi edifici e negli edifici in ristrutturazione. Sono esclusi dal divieto le caldaie che possono funzionare con combustibili rinnovabili (biometano o idrogeno) e gli impianti ibridi (pompa di calore o caldaia a condensazione).
In mezzo il loro declassamento sulle etichette che riportano le performance energetiche da attuare tra il 2025 e il 2026. Passo che punta ovviamente a disincentivarne l’acquisto e a procedere con una sostituzione dell’impianto. Va ricordato, comunque, che il piano varato dalla Commissione prevede linee di indirizzo e non imposizioni immediate. Il divieto, dunque, perché diventi tale necessita di una norma, sulla quale Bruxelles sta ancora lavorando.
La Regione del Veneto, Assessorato allo Sviluppo economico – Energia – con deliberazione n. 115 del 6 febbraio 2023, ha approvato un bando da 2.300.000 euro, di cui 500.00,00 euro sono riservati alle professioniste, che intende promuovere e sostenere le piccole e medie imprese (PMI) a prevalente partecipazione femminile nei settori dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dei servizi nonché le attività professionali esercitate da donne, operanti in forma singola, associata o societaria, al fine di rafforzare e arricchire il tessuto imprenditoriale veneto ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettera a) della legge regionale 20 gennaio 2000, n. 1 “Interventi per la promozione di nuove imprese e di innovazione dell’imprenditoria femminile”, come modificata dall’art. 8 della legge regionale 25 giugno 2021, n. 17
L’agevolazione, nella forma di contributo a fondo perduto, è pari al 30% della spesa rendicontata ammissibile per la realizzazione di interventi di importo non inferiore a euro 20.000,00 e non superiore a euro 170.000,00, per le PMI (escluse le professioniste operanti in forma societaria), mentre per le professioniste operanti in forma singola, associata e societaria l’importo dell’intervento dev’essere non inferiore ad euro 12.000,00 e non superiore ad euro 40.000,00
Tra le spese ammissibili:
- opere murarie e di impiantistica (max. 10.000,00 euro)
- spese per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili:
per impianti fino a 20 kW euro 8.000,00 per impianti superiori a 20 kW euro 20.000,00
Le domande dovranno essere presentate per via telematica, a partire dalle ore dalle ore 10.00 di giovedì 16 febbraio 2023, fino alle ore 12.00 di mercoledì 8 marzo 2023
Per un sostegno sulla presentazione del bando contattaci
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È trasversale a qualunque settore la carenza, post pandemia, di una forza lavoro qualificata e legata all’azienda e alle sue necessità. Il cambiamento è ormai già avvenuto, nel biennio precedente le persone e quindi i lavoratori, hanno riportato il baricentro su di sé e sulle proprie priorità: la disponibilità ad orari di lavoro lunghi si è ridotta per lasciare tempo alla qualità della propria vita.
Il risultato è un forte scossone al comparto tanto del manifatturiero quanto del turismo, uno scossone da cui ci si può riprendere evolvendo l’offerta di lavoro, ossia puntando non solo sulla qualità della propria offerta, ma anche sulla qualità relativa sia alle dinamiche di produzione che, soprattutto in questo caso, sulla qualità di vita nel posto di lavoro. Se il primo aspetto è affrontato da tempo da temi quali l’efficienza e la sostenibilità ambientale, quello della sostenibilità sociale ed economica delle aziende è un tema relativamente nuovo, ma che non è visto nella corretta prospettiva.
Sostenibilità sociale ed economica vuol dire garantire opportunità e attenzioni importanti al lavoratore che deve ricevere una formazione, non solo in merito alle proprie mansioni, ma anche in merito ai propri diritti e alla propria vita privata; vuol dire creare un team di lavoro di persone prima che di lavoratori, in grado di apprezzare il proprio impiego non solo per l’aspetto economico ma anche per il benessere e l’orgoglio sociale che deriva dal lavorare in un azienda sana, moderna ed efficiente, attenta all’ambiente e ai lavoratori.
Questo è uno degli effetti positivi che l’adozione di un modello aziendale sostenibile può garantire alle aziende che hanno deciso di evolversi in questo senso, un’azienda sostenibile non diventa attrattiva solo per i propri clienti ma, in primis, per i lavoratori in grado di dare qualità e che in cambio cominciano a richiedere qualcosa che lo stipendio non può fornire: orgoglio e appartenenza.
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Il sistema agrivoltaico è un sistema di produrre energia elettrica da tecnologia fotovoltaica, in cui i moduli e la distanza da terra sono progettati per lasciare libera la superficie del suolo per attività agricole o zootecniche (circa 5 metri dal suolo) permettendo di fare passare le macchine e coltivare contemporaneamente la terra.
Ha una doppia funzione quindi: la produzione di energia elettrica e la contemporanea coltivazione dei terreni, sistema che bypassa il problema della sottrazione di suolo all’agricoltura, dato dai normali sistemi di posizionamento di pannelli a terra. Energia, suolo e paesaggio si possono coniugare sfidando in modo interdisciplinare le difficoltà della transizione ecologica.
L’agrivoltaico in Italia ha da qualche mese un riferimento normativo, un documento pubblicato dal GSE, ENEA, CREA e RSE, nel mese di luglio scorso. Si tratta delle “Linee Guida in materia di Impianti Agrivoltaici”, documento che illustra le caratteristiche e requisiti degli impianti fotovoltaici.
Le linee guida specificano le coltivazioni più adatte al sistema tecnologico, indicazioni formulate su studi condotti in Germania, relativi al comportamento di differenti colture sottoposte alla riduzione della radiazione luminosa.
Quali le migliori Colture
Ci sono colture molto adatte, per le quali l’ombreggiatura ha effetti positivi sulle rese quantitative: è il caso di patate, luppolo, spinaci, insalata e fave.
Cipolle, fagioli, cetrioli, zucchine rientrano, invece, nelle colture mediamente adatte, mentre tra le colture adatte, ossia quelle per le quali un’ombreggiatura moderata non ha quasi alcun effetto sulle rese troviamo: asparago, avena, carota, cavolo verde, colza, finocchio, orzo, piselli, porro, ravanello, sedano, segale e tabacco.
Per le colture poco adatte troviamo: cavolfiore, barbabietola da zucchero e barbabietola rossa. Infine, le colture non adatte contemplano le piante che richiedono tanta luce, per cui anche modeste densità di copertura determinano una forte riduzione della resa: di queste fanno parte alberi da frutto, farro, frumento, girasole e mais.
Una volta capite le tipologie di colture le raccomandazioni sono che la produzione energetica non superi quella agricola. Le indicazioni del MITE in questo caso indicano che per gli appezzamenti almeno il 70% della superficie sia destinata a superficie agricola.
Il documento configura anche lo spazio del sistema agrovoltaico, relativamente alle altezze minime dei moduli da terra per permettere attivita agricole e zootecniche, così come definite di seguito:
.1,3 metri nel caso di attività zootecnica (altezza minima per consentire il passaggio con continuità dei capi di bestiame);
.2,1 metri nel caso di attività colturale (altezza minima per consentire l’utilizzo di macchinari funzionali alla coltivazione)
Il PNRR destina per il prossimi anni (2024-2026) 1,10 miliardi di euro per la tecnologica agrivoltaico, con l’obiettivo è di ridurre i costi di approvvigionamento del settore energetico e migliorare le prestazioni climatiche e ambientali, con una diminuzione potenziale di 0,8 milioni di tonnellate di CO2.
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L’ultimo progetto sviluppato da #Ilfashionbelloebuono è la EX.B, una borsa che porta con sé tutti i valori sociali e ambientali del progetto.
Nasce infatti dagli scarti dei preziosi tessuti in esubero delle collezioni ES’GIVIEN, tessuti di alta qualità, tecnici, moderni e raffinati che alternativamente alla discarica hanno trovato una nuova valorizzazione nel loro impiego aderendo ai principi dell’ECONOMIA CIRCOLARE.
La borsa porta con sé un alto valore sociale, poiché il ricavato delle vendite andrà a sostenere i progetti dell’Organizzazione Non Governativa OBTI, impegnata nel sostegno dei profughi del Kurdistan iracheno, nel campo di accoglienza di Bajed Kandala. La borsa è stata cucita dalle sapienti mani di una ragazza profuga accolta da One Bridge to Idomeni a Verona, sotto la supervisione di Es’Givien, che ne ha seguito design e dettagli di produzione.
La borsa ha una disponibilità limitata ed è un oggetto unico, prezioso ma estremanente versatile; prodotta con 5 tessuti differenti in nero, rosa cipria, jacquard, pied de poule, blu e nero è acquistabile dal sito di OBTI.
L’acquisto effettuato sottoforma di donazione è detraibile o deducibile dalla dichiarazione dei redditi
effettoNIDO per il progetto #Ilfashionbelloebuono
L’esperienza nella gestione sostenibile della filiera produttiva di EffettoNIDO è stata messa a disposizione del marchio #ilfashionbelloebuono per la produzione della EX.B. #ilfashiobnelloebuono è un marchio di moda che ha fatto dello slow fashion, della sostenibilità sociale e ambientale la sua mission, in contrapposizione ai canoni del fast fashion e con l’obiettivo di creare una nuova consapevolezza e un nuovo modo di fare moda. Nasce da Es’Givien, maison fiorentina con cuore veronese, che ha deciso di affidare ad effettoNIDO lo sviluppo di progetti a basso impatto ambientale dedicati alle aziende che vi aderiscono e alle creazioni proposte. Da questa collaborazione sta nascendo un brand di riconoscibilità nazionale, che vuole mettere in campo i principi della transizione ecologica e dell’economia circolare rivolgendosi ad artigiani e manifatturiero, accompagnando le PMI nelle fasi di riduzione dell’impatto ambientale e decarbonizzazione.
La Regione del Veneto, in attuazione della legge regionale 8 ottobre 2018, n. 34 “Norme per la tutela, lo sviluppo e la promozione dell’artigianato veneto”, intende sostenere le imprese artigiane venete nel loro complesso, valorizzandone le caratteristiche e incrementando la loro capacità di innovare e affrontare nuove sfide.
L’intervento è finalizzato ad agevolare il riposizionamento competitivo delle imprese artigiane, mediante la promozione di nuove soluzioni, tecnologiche ed organizzative, in grado di incentivare la creazione e l’ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi.
Il Bando ha una dotazione finanziaria iniziale pari a euro 5.000.000,00 (cinque milioni/00). È possibile l’assegnazione di risorse aggiuntive in caso di ulteriore futura disponibilità finanziaria.
Gli interventi previsti dal presente Bando devono essere realizzati nel territorio della Regione del Veneto.
L’agevolazione, nella forma di contributo a fondo perduto, è pari al 40% della spesa rendicontata ammissibile per la realizzazione del progetto.
Le aziende devono:
- Essere regolarmente iscritta all’Albo delle imprese artigiane istituito presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura competente per territorio.
- Avere l’unità operativa in cui realizzare il progetto imprenditoriale in Veneto. La predetta localizzazione deve risultare da visura camerale o l’apertura della stessa deve avvenire entro il termine perentorio del 02 ottobre 2024, ovvero entro la conclusione del progetto
- Essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposta a procedure concorsuali in corso o aperte prima della data di presentazione della domanda;
- Essere in possesso dei requisiti di onorabilità di cui all’art. 1 della legge regionale 11 maggio 2018, n. 16 “Disposizioni generali relative ai procedimenti amministrativi concernenti interventi di sostegno pubblico di competenza regionale.
Quali sono gli interventi finanziabili?
- 40% delle spese relative all’acquisto, o all’acquisizione tramite operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti produttivi, hardware e attrezzature
- 40 % delle spese relative all’acquisto di autocarri a esclusivo uso aziendale: sono ammissibili, purché di categoria ambientale Euro 6 e con alimentazione diversa da quelle esclusivamente diesel o benzina
- Software e realizzazione di sistemi di e-commerce;
- 40% delle opere edili/murarie, ricadenti negli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di ristrutturazione edilizia non subordinati a permesso di costruire di cui all’articolo 3, comma 1, lettere a), b) e d) del DPR n. 380 del 2001 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”
- Spese per la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, eolico, geotermico), comprese le eventuali spese per il sistema combinato di inverter con batterie e l’allacciamento alla rete dell’energia elettrica. Sono agevolabili nel limite massimo di euro 8.000,00 per impianti fino a 20 kW e di euro 20.000,00 per impianti superiori a 20 kW
- Se generali, comprensive di spese riferite ad esempio a: spese per l’acquisto di arredi, di brevetti, licenze, know-how o di conoscenze tecniche non brevettate, banche dati, ricerche di mercato, campagne promozionali anche tramite social network, acquisizione e realizzazione di spot TV e radio, brochure, locandine, volantini o similari, canoni, locazioni e fitti, energia, spese telefoniche, etc. Il costo per tali spese, da calcolarsi in misura forfettaria pari a euro 3.500,00.
Verifica con noi la tua idoneità per accedere al contributo.
EffettoNIDO si preoccupa della sostenibilità economica del progetti o dei piani di intervento che è chiamata a realizzare, supportando le PMI nella ricerca e nell’intercettazione dei contributi
EffettoNIDO supporta le PMI nella ricerca e nell’intercettazione di contributi, finanziamenti a fondo perduto e agevolazioni fiscali utili a realizzare gli interventi e le azioni oggetto della sua consulenza
EffettoNIDO, riconosciuta da Innoveneto* come azienda innovativa e ha accesso ha un canale di finanziamento dedicato alle sue consulenze
Per le consulenze e il supporto i clienti di EffettoNIDO possono accedere a contributi fino al 50% sull’attività di affiancamento ai propri clienti
Contattaci scrivendo a: ambiente@effettonido.it
Il regolamento (UE) n. 1308/2013, del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli, ha mantenuto anche per l’attuale periodo di programmazione 2019-2023, i programmi nazionali di sostegno per il settore vitivinicolo.
La somma a disposizione della Regione del Veneto relativa alla campagna 2022/2023 di euro 12.214.995,00 è così suddivisa: euro 1.214.995,00 per il finanziamento di progetti multiregionali; euro 11.000.000,00 per il finanziamento di progetti regionali e che l’eventuale minore utilizzo rilevato in una delle due linee andrà, se necessario, a vantaggio dell’altra
BENEFICIARI
a. le organizzazioni professionali, purché abbiano, tra i loro scopi, la promozione dei prodotti agricoli;
b. le organizzazioni di produttori di vino;
c. le associazioni di organizzazioni di produttori di vino;
d. le organizzazioni interprofessionali;
e. i consorzi di tutela, le loro associazioni e federazione;
f. i produttori di vino, ovvero l’impresa, singola o associata, in regola con la presentazione delle dichiarazioni vitivinicole nell’ultimo triennio che abbia ottenuto i prodotti da promuovere dalla trasformazione dei prodotti a monte del vino, propri o acquistati e/o che commercializzano vino di propria produzione o di imprese ad esse associate o controllate;
g. i soggetti pubblici o personalità giuridica di diritto privato (società di capitale pubblico di esclusiva proprietà pubblica), con esclusione delle Amministrazioni governative centrali, Regioni, Province Autonome e Comuni, con comprovata esperienza nel settore del vino e della promozione dei prodotti agricoli;
h. le associazioni temporanee di impresa e di scopo;
i. i consorzi, le associazioni, le federazioni e le società cooperative;
j. le reti di impresa.
LIVELLI DI CONTRIBUZIONE RICHIEDIBILI
CONTRIBUTI EROGATI
Vengono erogati contributi fino ad un massimo del 50% delle spese sostenute per azioni di internazionalizzazione del prodotto.
TEMPISTICHE
Le domande vanno spedite entro le ore 12.00 del 1° agosto ’22.
Nel 2014 nasce a Firenze il marchio #ilfashionbelloebuono. Promosso dall’azienda di moda Es’Givien, ha raccolto adesioni di associazioni, mondo del sociale e testimonial del mondo del giornalismo, della musica e del cinema, per puntare l’attenzione sulle problematiche sociali del mondo della moda.
#ilfashionbelloebuono dalla sua nascita porta con sé azioni di coinvolgimento delle aziende della moda, del design, della filiera del tessile che dialogano con associazioni e ONG per proporre e promuovere iniziative di aiuto e supporto ad iniziative che vadano a mitigare problematiche sociali e applicando logiche di economia circolare.
Nel 2021 Effetto NIDO viene contattata da Es’ Givien per sviluppare un protocollo di sostenibilità ambientale da integrare al marchio #FBB.
EffettoNIDO ha iniziato un lavoro di analisi della filiera delle aziende coinvolte nel progetto per definire innanzitutto l’impronta ecologica di ciascuna di queste per individuare poi un insieme di soluzioni tecniche e buone pratiche utili a ridurla e mitigarla nel tempo.
Dalla sua fondazione EffettoNIDO s.r.l. è sempre stata impegnata nel sociale, prima con lo studio e lo sviluppo del monumento Forte Sofia, forte asburgico del 1838, a supporto dell’omonima associazione veronese, ora supportando oltre che gli aspetti ambientali anche quelli sociali dell’associazione #FBB.
Il 18 giugno ’22 a Verona, presso Forte Sofia si terrà l’evento EXperiences IN BAG , dove verrà presentato l’oggetto e la campagna sociale FBB 2022. Un oggetto realizzato con scarti di produzione dell’azienda Es’Givien e prodotto sotto la supervisione degli esperti di EffettoNIDO. L’evento verrà realizzato in collaborazione con il magazine Economia Circolare e con la giornalista Marica di Pierri, esperta in tempi sociali e ambientali. Saranno presenti ospiti di rilievo nel mondo della moda e del sociale che proporranno un momento di approfondimento e di lancio del marchio, a cui sono invitate a partecipare aziende del manifatturiero e realtà del sociale per intrecciare un dialogo tra mondi diversi che si concretizzi in produzione di oggetti fashion che andranno a sostenere economie sociali.
Per favorire la transizione ecologica un passo importante è quello dell’indipendenza energetica, sia per i privati che per le aziende. Ciò favorisce la riduzione dell’impatto sull’ambiente attraverso l’abbattimento della CO2 e limita la dipendenza da fonti fossili che arrivano dall’estero.
Ma che convenienza immediata comporta installare un impianto da fonte rinnovabile?
I privati possono avvantaggiarsi di una detrazione del 50% sull’investimento di un impianto da fonte rinnovabile per l’utenza domestica. In pratica se spendo 100 ammortizzerò 50 scalandolo dalle detrazioni. Se avviene lo scambio sul posto, abbinabile al bonus, il vantaggio è maggiore e il rientro si riduce sensibilmente. Con questa formula per esempio un impianto fotovoltaico da 3kw può ripagarsi in 4 anni.
Rispetto a qualche anno fa i pannelli fotovoltaici offrono rendimenti maggiori, un impianto arriva di fatto ad occupare meno superficie, e i pannelli hanno una vita produttiva di almeno 25 anni. L’investimento non solo si ripaga in fretta quindi, ma con lo scambio sul posto, abbinabile alle detrazioni, l’energia in esubero immessa in rete può anche ricevere un contributo dal GSE. E’ comunque consigliabile non sovradimensionare l’impianto rispetto alle proprie necessità, e avere ben chiaro il fabbisogno di energia e la pianificazione del futuro, per stimare ciò di cui abbiamo bisogno oggi e di cui avremo bisogno tra qualche anno.
COME AUMENTARE IL RENDIMENTO DEL NOSTRO IMPIANTO
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valutare di installare un sistema di accumulo: i sistemi di accumulo permettono di utilizzare la nostra energia prodotta dall’impianto rinnovabile
anche quando la produzione è bassa, tipicamente di notte o in condizioni di minor irraggiamento. La batteria di accumulo ci permetterà di attingere quando ne avremo bisogno; -
valutare l’installazione di ottimizzatori : sono dispositivi elettronici di dimensioni contenute che vengono installati sul retro di ogni pannello, servono per rendere indipendente ogni pannello dall’altro, rendendolo “intelligente” portandolo alla sua massima produzione in base all’irraggiamento. Diversamente i pannelli che sono connessi tra loro si adeguano alla produzione del pannello meno produttivo, causando una produzione minore. Con gli ottimizzatori la resa può essere complessivamente anche del + 25%;
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valutare l’installazione di una pompa di calore: le pompe di calore aria/acqua o acqua/acqua possono essere una soluzione aggiuntiva all’impianto fotovoltaico che permette di riscaldare e raffrescare la casa, oltre a produrre acqua calda sanitaria da energia elettrica. Sono una buona soluzione soprattutto per case unifamiliari, bifamiliari che possono ospitare la pompa in un spazio adeguato.
INCENTIVI E PREVENTIVI
PRIVATI
Per i privati è possibile aderire all’ecobonus che permette di avere una detrazione del 50% sul costo dell’impianto. Come per il 110% il credito può essere ceduto. Chiunque sia percettore di un reddito IRPEF può ottenere lo sconto in fattura del 50% su un massimo di 96mila euro per ogni unità immobiliare per ogni intervento. Per aderire allo sconto si può detrarre dal reddito in 10 anni, oppure si può cedete il credito irpef alle banche o all’azienda a cui ci si affida, oppure può venire uno sconto immediato in fattura da parte del fornitore che poi recupererà il credito, in questo caso solitamente non si riesce a recuperare tutto il 50%.
AZIENDE
Definire i costi e gli investimenti per le aziende è un po’ più complesso. Dipende dal dimensionamento della azienda e dai consumi. Attualmente i finanziamenti sono programmati solo per le aziende agricole che decidono di approvvigionarsi da energie rinnovabili, entro breve usciranno bandi che attingeranno dai fondi del PNRR.
EffettoNIDO offre una analisi preliminare sulla migliore delle soluzioni possibili per il cliente, confrontando preventivi e sottoponendoli all’attenzione del cliente. Verrà fatta una analisi dei costi/benefici e valutati i tempi di rientro dell’investimento.
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