A dicembre 2021 il governo italiano ha recepito la direttiva RED II sulla promozione dell’utilizzo dell’energia rinnovabile. Si tratta di un’importante novità molto attesa che può realmente generare un cambiamento sull’approvvigionamento energetico utile al raggiungimento degli obiettivi Green Deal di riduzione delle emissioni di CO2 del -55% al 2030. Tale direttiva comprende la regolamentazione delle comunità energetiche.

Si tratta di modelli di produzione e consumo di energia elettrica da fonte rinnovabile che vengono realizzati in una logica di autoconsumo e di produzione a km0, andando ad agire sul fronte della povertà energetica, in formula democratica di approvvigionamento.

Le comunità vengono realizzate grazie a gruppi di cittadini, enti pubblici, aziende che si mettono insieme e si costituiscono in forma giuridica senza scopo di lucro (associazione, cooperativa,..) e che decidono di autoprodurre energia elettrica da fonte rinnovabile per i propri consumi. L’elemento che unisce e forma la comunità energetica è il collegamento ad un’unica cabina di media tensione a cui sono collegati gli attori della Comunità.

Come si costituiscono?

Il signor Rossi ha un edificio privato, un capannone, una superficie che non utilizza e che può mettere a disposizione per realizzare un impianto da fonte rinnovabile; i cittadini del suo paese o del suo quartiere vogliono passare ad un consumo da fonte rinnovabile per ridurre il proprio impatto ambientale e il costo in bolletta.

La comunità una volta definito se gli aspiranti aderenti hanno i requisiti ( collegamento alla rete di media tensione) si fonda formalmente attraverso uno statuto e un atto costitutivo. Valutati i consumi degli associati si delega un’azienda terza alla realizzazione dell’impianto di produzione di energia. Tipicamente la Comunità non possiede risorse per finanziare l’impianto, può quindi rivolgersi ad soggetti terzi che possono mantenere la proprietà dell’impianto, oppure accedere a finanziamenti agevolati, oppure ancora considerare se un ente pubblico può aderire finanziando il progetto o mettendo a disposizione gli spazi.

Per l’energia prodotta e condivisa alla comunità energetica sarà corrisposto dal GSE un importo di circa 3 volte il valore dell’energia venduta all’ingrosso, ricavi che potranno essere ripartiti tra gli aderenti secondo lo statuto della Comunità.

In questo momento di instabilità energetica in cui i costi del gas naturale mettono in crisi le famiglie e le aziende italiane e in cui il futuro dell’approvvigionamento energetico italiano vive un momento di cambiamento grazie alla transizione ecologica, le Comunità Energetiche sono occasione di cambiamento del paradigma di approvvigionamento.

Sulla bolletta sono stimati risparmi di circa il 25% per le utenze domestiche e circa il 20% per PMI o altri settori non domestici.

EffettoNIDO può attivare la fondazione delle Comunità Energetiche con un’analisi preliminare dei costi e attraverso la gestione burocratica dell’attivazione e della gestione della Comunità.

Se sei un Comune, un ente pubblico, un privato che vuole mettere a disposizione uno spazio fisico per creare un impianto rinnovabile contattaci per un confronto, o che vuole attivarsi per fondare una Comunità, contattaci per un confronto.